Il colesterolo soprattutto dopo i 40, 50 anni, è spesso percepito come un nemico della salute senza distinzione tra colesterolo cattivo e buono. Ma in realtà è una sostanza fondamentale: serve a produrre ormoni, vitamina D e a costruire le membrane cellulari. Il problema non è il colesterolo in sé, ma come viene trasportato nel sangue e in che equilibrio si trovano LDL e HDL.
Colesterolo buono e colesterolo cattivo
- Colesterolo LDL (Low Density Lipoprotein) → colesterolo cattivo. Porta il colesterolo dal fegato ai tessuti. Se in eccesso, può accumularsi nelle arterie.
- Colesterolo HDL (High Density Lipoprotein) → colesterolo buono. Porta il colesterolo in eccesso al fegato, dove viene eliminato.
👉 In sintesi: LDL alto = rischio, HDL alto = protezione.
Il rapporto LDL/HDL
Non conta solo il valore assoluto, ma soprattutto il rapporto tra LDL e HDL.
- Un rapporto alto (molto LDL e poco HDL) aumenta il rischio cardiovascolare, soprattutto per noi “anta”.
- Un rapporto basso (più HDL rispetto a LDL) è protettivo.
Linee guida internazionali considerano ottimale un rapporto LDL/HDL minore di 2, accettabile intorno a 3. Studi clinici hanno dimostrato che ridurre LDL abbassa il rischio cardiovascolare in modo diretto e proporzionale (Ference BA et al., European Heart Journal, 2017, PubMed).
Perché l’LDL (il colesterolo cattivo) forma placche e perché sono pericolose
Quando il colesterolo cattivo è in eccesso:
- Penetra nella parete arteriosa e si ossida.
- Il sistema immunitario lo riconosce come “anomalo”, richiamando cellule infiammatorie.
- Si formano le placche aterosclerotiche.
Le placche sono pericolose perché:
- restringono le arterie, riducendo il flusso di sangue;
- possono rompersi e generare coaguli che bloccano il vaso, causando infarto o ictus.
La Harvard T.H. Chan School of Public Health sottolinea come non esista un livello “sicuro” di LDL alto: ogni riduzione è associata a meno rischio (Harvard Nutrition Source).
Il ruolo dell’alimentazione
- Grassi saturi e trans → aumentano il colesterolo cattivo LDL.
- Grassi insaturi (olio extravergine d’oliva, pesce grasso, frutta secca) → abbassano LDL e alzano il colesterolo buono HDL.
- Fibre solubili (avena, legumi, mele) → riducono l’assorbimento del colesterolo intestinale.
- Zuccheri raffinati e alcol in eccesso → peggiorano il rapporto LDL/HDL.
L’NHLBI (National Heart, Lung, and Blood Institute) raccomanda di combinare una dieta ricca di fibre con la riduzione di grassi saturi per abbassare LDL in maniera significativa (NHLBI).
L’esercizio fisico e il colesterolo
- Attività aerobica: aumenta il colesterolo buono HDL, riduce trigliceridi e migliora l’uso dei grassi.
- Allenamento di forza: riduce il colesterolo cattivo LDL e alza HDL.
- Costanza: servono settimane o mesi di pratica regolare.
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Errori comuni e falsi miti
- “Basta eliminare le uova” → per la maggior parte delle persone l’impatto è minimo; ciò che conta è la dieta nel complesso.
- “Conta solo la dieta” → in realtà senza esercizio l’HDL difficilmente aumenta.
- “Gli integratori risolvono da soli” → omega-3 e fitosteroli aiutano, ma i benefici reali arrivano solo se associati a dieta ed esercizio.
- “Il colesterolo totale dice tutto” → in realtà conta molto di più il rapporto LDL/HDL e altri fattori di rischio.
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Quando serve rivolgersi al medico
Non parlo mai di fattori patologici, non essendo un medico. Quindi in caso di valori molto alti, familiarità o altri fattori di rischio (fumo, diabete, ipertensione) richiedi una valutazione medica. Dieta e movimento aiutano, ma non sostituiscono le terapie prescritte.
Conclusione
Il colesterolo non è un nemico da eliminare, ma un indicatore da tenere sotto controllo. Migliorare il rapporto LDL/HDL attraverso alimentazione equilibrata e allenamento regolare è una delle strategie più efficaci per proteggere cuore e arterie.
Per questo, soprattutto dopo i 40, 50 anni, è importante avere uno stile di vita sano, fatto di allenamento, corretta alimentazione, riposo e gestione dello stress. Ed è per questo che è nato il metodo Anta in Forma